La mia opinione sui gravi fatti di questi giorni, “bisogna chiamare le cose con il loro nome e non sottovalutarne mai la violenza”.
Di seguito il testo dell’articolo di Dario Caputo su il Faro di Roma:
Continuano senza sosta le aggressioni a sfondo razzista: negli ultimi due mesi se ne sono registrate undici come quella ai danni dell’atleta italiana under 23 di lancio del disco di colore Daisy Osacue che, la notte scorsa, è stata colpita a distanza ravvicinata da un uovo gettato con violenza da alcune persone a bordo di una Fiat Doblò. L’episodio si è verificato a Moncalieri ed è costato alla nostra atleta una lesione della cornea che rischia di compromettere la sua partecipazione agli immediati Campionati europei di atletica di Berlino per i quali era stata convocata. Il gesto, condannato da moltissime persone, sembra decisamente essere in contrasto con quanto dichiarato dal Ministro Matteo Salvini riguardo l’assenza di allarme razzismo; il primo a denunciare il clima di aggressione è stato Matteo Renzi che ha parlato di una emergenza educativa e culturale: “Sono certo che nessuno può negarne l’evidenza, specie chi, stando al Governo, rappresenta anche noi. Combattiamo insieme la schifezza chiamata razzismo. Italia, torniamo umani”. Sulla stessa linea d’onda le dichiarazioni del segretario del Pd Maurizio Martina che ha annunciato anche una mobilitazione nazionale contro il clima d’odio nel Paese che si terrà a settembre.
Certamente non può essere negato il forte clima di tensione che il nostro Paese sta vivendo; sempre a Moncalieri un ragazzo è stato aggredito verbalmente da una donna solo perché aveva la suoneria del telefono impostata con una preghiera in arabo. L’allarme è stato lanciato anche da Paolo Ciani, consigliere del Lazio e frontman della Comunità di Sant’Egidio: “Quello che sta accadendo in questi giorni è vergognoso e non va sottovalutato, si spara dalle finestre contro una bambina rom e un operaio, ieri l’episodio drammatico di Aprilia e la violenza contro l’atleta azzurra Daisy Osacue a Moncalieri. Ora basta, questa è violenza razzista ed è purtroppo solo la punta dell’iceberg di una miriade di episodi di intolleranza, violenza verbale, fisica e discriminazioni di vario tipo che alcuni cittadini devono subire quotidianamente nel nostro Paese”. Secondo il capogruppo di Centro Solidale alla Regione Lazio l’aver sdoganato a livello istituzionale il disprezzo per il prossimo fa si che chiunque si senta autorizzato a manifestare i più bassi istinti, “tutto ciò va fermato per il bene dell’Italia intera e lo dice uno che da 30 anni si batte nelle periferie per costruire una società coesa a favore del bene comune”.