Welfare – “Occorre ripensare profondamente i servizi di prossimità e l’idea della centralità della persona”
Rivendico quello che come Regione Lazio abbiamo fatto da subito, vaccinato gli ultraottantenni e le categorie fragili.
Regione Lazio – “È un anno molto particolare questo, soprattutto per chi si occupa di salute e welfare. Qualcuno ha parlato della pandemia come di una livella ma così non è stato, anzi ha colpito in maniera iniqua la popolazione, basti pensare al primo provvedimento ‘Io resto a casa’ in una città come Roma dove ci sono 6mila persone che una casa non ce l’hanno; penso alle chiusure delle scuole, a cosa è significata la Dad per i ragazzi con più difficoltà e con bisogni educativi speciali, penso al dramma degli anziani, qualcuno lo ha definito anzianicidio, credo che il virus ha dimostrato come esistano delle grandi sacche di sofferenza e di diseguaglianza.
In questo senso rivendico quello che come Regione Lazio abbiamo fatto da subito: i buoni pasto, i buoni affitto, il sostegno alle associazioni che si occupano di disagio da tempo, al terzo settore, interventi puntali, immediati e precisi che hanno alleviato la vita di tanti.
Abbiamo davanti delle sfide nuove, occorre ripensare profondamente i servizi di prossimità, occorre una svolta nell’integrazione socio sanitaria, nell’idea della centralità della persona.
Alcune leggi, come quella del monitoraggio per gli anziani ultraottantenni, degli infermieri di famiglia e comunità, la legge sull’invecchiamento attivo, sui caregiver familiari, piccole sfide da vincere nei prossimi anni vanno in questo senso.
Parliamo di Futuro in corso, e io vedo tre sfide davanti a noi: la prima è pensare interventi di welfare in cui soggetti che operano nel sociale e terzo settore non siano solo attuatori di interventi pensati da altri ma siano cooprotagonisti nel progettare questi interventi; poi vi è la sfida di pensare a servizi che vanno incontro alle persone che prevengono e intercettano i bisogni e che non aspettano gli utenti allo sportello ma gli vanno incontro; e poi vincere la sfida dei servizi che restituiscano dignità e diritti a persone che troppo spesso sono emarginate e vittime della cultura dello scarto, come ha denunciato anche Papa Francesco.
In questo senso è necessario vivere questa sfida concreta per il futuro e per tale motivo sono felice e fiero di esser parte di una Regione che non ha scelto, diversamente da altre, di rivolgersi prima alle persone utili per lo sforzo produttivo del paese ma essere la prima regione che ha vaccinato ultraottantenni e fragili, perché per noi le persone sono tutte indispensabili”.
Qui il video del mio intervento.