“Il decreto Ong? Disumano”. “La Rackete non ha argomenti”. Lo scontro sui migranti

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I deputati Stefano Candiani della Lega e Paolo Ciani, segretario nazionale di Demos, si confrontano sul tema dell’immigrazione

Il tema dell’immigrazione continua a dividere il mondo politico. Per la rubrica Il bianco e il nero abbiamo interpellato i deputati Stefano Candiani della Lega e Paolo Ciani, segretario nazionale di Demos.

Karola Rackete ha detto che il salvataggio in mare è una forma di lotta antifascista. Lei cosa ne pensa?

Ciani: “Ritengo che il salvataggio in mare è anzitutto un salvataggio. Se lei, poi, lo interpreta come lotta politica e affermazione della sua visione politica rispetto il suo pensiero, ma credo che significhi salvare vite umane che, secondo me, è sacrosanto”.

Candiani: “La Rackete non sa manco dove si trova. La verità è che, quando non hanno argomenti, dicono sempre che tornano i fascisti. Se imparassero a dare un peso alle cose e alle parole sarebbe meglio. Parlare di fascismo a sproposito dà un’idea di poca cultura storica”.

Come valuta il decreto Ong?

Ciani: “Il mio giudizio è negativo perché ritengo che le tragedie del mare che si ripetono da anni prevedrebbero il fatto che ci fosse maggior soccorso, mentre il decreto allontana le navi ong dal luogo dove il soccorso andrebbe fatto. In più, introducono un principio che ritengo disumano e diseducativo, ossia l’idea di poter fare un solo salvataggio alla volta. Se, poi, nel tragitto, si incontrano altri profughi non dovrebbero essere soccorsi. Questa regola, poi, non viene rispettata, ma già averla inserita lo considero fortemente disumano”.

Candiani: “È utile, necessario e va sulla strada giusta. A mio avviso, è ancora da perfezionare in termini di contrasto all’attività degli scafisti, ma importante perché mette anche delle sanzioni penali. Le Ong, poi, sono un qualcosa di molto lontano rispetto a ciò che viene descritto da certi ambienti di sinistra. Anzi, spesso e volentieri, come abbiamo appreso da atti parlamentari, finiscono col diventare dei fattori di attrazione”.

Il click-day relativo al decreto flussi si è concluso nel giro di un’ora con un overbooking. Il decreto flussi è sufficiente oppure il governo poteva fare di più?

Ciani: “Durante il click-day, in un’ora, ci sono state il triplo delle domande, ossia 240mila, rispetto alle 80mila previste. Stiamo parlando di domande di imprese italiane che cercano manodopera in vari settori, anche in ambiti non previsti dal decreto come ‘le cure alla persona’. Evidentemente il decreto era sbagliato e spero che il governo lo corregga perché, ora come ora, avremmo un numero insufficiente di lavoratori nelle campagne”.

Candiani: “Sono numeri da mettere in relazione anche con numeri di occupazione che non possono essere confusi con l’immigrazione legale. Bisogna distinguere tra chi viene in Italia irregolarmente e chi viene in Italia per lavorare. Se questi ultimi entrano in un meccanismo di legalità è giusto che ci siano e che il governo tenga conto di queste richieste. Non confondiamo questo, però, con una sanatoria che è tutt’altra cosa”.

È soddisfatto dei risultati ottenuti dal premier Giorgia Meloni in Europa sul tema dell’immigrazione?

Ciani: “Dato che non ho partecipato al vertice europeo mi limito a sentire ciò che è stato detto. La Meloni si è detta molto soddisfatta, ma non abbiamo ancora visto per quali motivi. Le premesse con cui andava a parlare di immigrazione non erano le mie. Se lei, quindi, è rimasta soddisfatta, io non credo proprio di esserlo”.

Candiani: “Imporsi in Europa è difficile. La Meloni ci sta riuscendo. Occorrerà parecchio impegno e lavoro perché è indubbio che l’Italia viene visto come un Paese di frontiera e non come la frontiera d’Europa”.

Dalla Tunisia è iniziato un vero e proprio esodo verso l’Italia. Quali possono essere le possibili soluzioni?

Ciani: “In Tunisia c’è una crisi molto profonda ed è chiaro che non c’è altra soluzione che aiutare un processo di ricomposizione e ripartenza sociale di quel Paese per evitare che i propri abitanti cerchino la vita migliore altrove”.

Candiani: “Le uniche soluzioni possibili passano attraverso la stabilizzazione economica e politica della Tunisia, oltre a una seria politica di respingimenti alla frontiera perché stiamo parlando di flussi che non sono nemmeno paragonabili alle peggiori previsioni degli anni passati”.

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