Roma: Ciani (Demos), centri anziani cardini di socialita’ pubblica

Da oggi Roma Capitale si dota di un nuovo Regolamento per i centri anziani, frutto di un intenso lavoro con cui abbiamo voluto preservare una specificita’ di Roma, citta’ in cui questi luoghi hanno una storia peculiare, con realta’ che da tanti anni portano avanti una presenza determinante sia nei quartieri storici, dove la popolazione e’ invecchiata, che nei quartieri periferici in cui, invece, si e’ integrata con una connotazione piu’ giovane. Lo afferma il capogruppo capitolino e deputato di Demos, Paolo Ciani. “La trasformazione in Aps (Associazione di Promozione Sociale) e’ una questione amministrativa che recepisce norme regionali, ma e’ bilanciato da una scelta politica importante che evidenzia la volonta’ di questa amministrazione di mantenere la possibilita’ per i centri anziani di restare pubblici e quindi fruibili da tutti i cittadini. Come Demos teniamo molto al ruolo degli anziani e di questi centri”, spiega ancora.
“Viviamo un tempo in cui la demografia parla chiaro della nostra popolazione. E viviamo un tempo di frammentazione e di grande solitudine della societa’ in generale, che non riguarda solo gli anziani ma che indubbiamente li coinvolge. Questi centri hanno costituito e costituiscono un presidio prezioso di socialita’, di comunita’, di incontro che noi dobbiamo – e vogliamo – preservare e tutelare, accompagnandolo nella nuova fase di esistenza – prosegue il consigliere Ciani. – Ringrazio i presidenti Converti e Corbucci, l’assessora Funari e tutti i colleghi che hanno collaborato alla stesura di questo regolamento che rappresenta una garanzia importante per la nostra popolazione anziana, e per la qualita’ della loro vita. Per questo ho presentato anche un emendamento sull’ingresso degli animali nelle Csaq (Case Sociali delle persone anziane del quartiere), anche quando rientri in servizi di pet therapy o sia finalizzato all’accompagnamento di persone non vedenti. L’obiettivo e’ che il nuovo nome rispecchi la logica del cambiamento: che questi centri siano a tutti gli effetti delle case sociali, vale a dire dei luoghi di incontro e promozione del benessere della persona”, conclude Ciani.

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