Paolo Ciani Coordinatore naziona le DEMOS |
servizio del TG3
“Tanti discorsi ci preoccupano in
questo tempo e vediamo che alcune idee pericolose stanno entrando nella
mentalità comune. Penso alla legge sulla legittima difesa, al fatto che non
debba essere lo Stato a dare sicurezza ai cittadini ma sia necessario armarsi e
pensarci da soli. Preoccupano le manifestazioni di solidarietà verso chi ha
ucciso un ladro. Così come la propaganda contro le Ong e gli sbarchi, il
linguaggio imbarbarito e la violenza contro la Sea Watch. Violenza sessista
contro la capitana della Sea Watch è segno di imbarbarimento. La spinta
continua verso l’eutanasia, che torna ciclicamente. I recenti dati dell’Istat
hanno mostrato per l’Italia un vero e proprio inverno demografico, ma la
reazione della politica non è andata oltre un paio di dichiarazioni. Nessuno si
occupa dei giovani e della loro solitudine”.
A tracciare un quadro inquietante
della situazione politica e sociale del Paese è Paolo Ciani, coordinatore
nazionale di Demos e consigliere regionale del Lazio, aprendo l’assemblea
nazionale di DEMOS – Democrazia solidale a Roma presso l’Auditorium del
Seraphicum. Ciani ha tracciato anche un bilancio dei primi mesi di vita del il
nuovo movimento politico lanciato lo scorso anno insieme a Mario Giro, già
viceministro degli esteri nella scorsa legislatura.
A dieci mesi dalla nascita, lo scorso
ottobre, DEMOS è oggi un movimento in rapida crescita. Nelle recenti elezioni
ha portato al Parlamento Europeo il “medico di Lampedusa” Pietro Bartolo con
oltre 270 mila preferenze e ha eletto rappresentanti in numerose
amministrazioni locali in Italia.
L’Assemblea nazionale, che vede
raccolte a Roma 500 attivisti, è l’occasione per fare il punto sui risultati
raggiunti in questi mesi, alla luce della situazione politica attuale, e
formulare proposte per l’Italia e i suoi territori. Partecipano gli eletti
nelle recenti tornate amministrative ed europee, oltre a esponenti della
società civile e del cattolicesimo sociale. A partire da Pietro Bartolo –
nominato pochi giorni fa vicepresidente della Commissione EU per i migranti del
Parlamento Europeo – Paolo Ciani, coordinatore nazione DEMOS e consigliere
regionale del Lazio, don Antonio Mazzi, Leonardo Becchetti, Maria Cuffaro,
Mario Giro, esponente di spicco di Democrazia Solidale, viceministro degli
esteri nella scorsa legislatura.
“Tante persone si sono messe in gioco
in questi mesi candidandosi, senza paracadute né sponsorizzazioni, in un momento
in cui vediamo messi a rischio molti dei nostri valori e delle nostre idee”, ha
detto Paolo Ciani introducendo la giornata. “DEMOS non è un partito
confessionale, ma un movimento con idealità e valori chiari – ha proseguito
Ciani – fraternità, uguaglianza, coesione sociale, pace, salvaguardia del
creato, cittadinanza, solidarietà generazionale, tutela dei diritti collettivi
e non solo individuali, sostegno alla famiglia e alla natalità. Tutto è rapido
e veloce, tutto superficiale. Non basta un “like” o un insulto per capire la
nostra società, figuriamoci il mondo. Noi di DEMOS crediamo sia necessario
incontrarsi, parlare, capire. Per questo tanti dicono che Demos è diversa”.
Lungo e appassionato l’intervento di
don Antonio Mazzi, fondatore della Comunità Exodus: “Serve un progetto politico
che sia anche un progetto di vita, che si proponga di cambiare il mondo. C’è
uno spazio da coprire che non ha toccato ancora nessuno. La crisi oggi non è
politica, è umana. Dobbiamo recuperare cosa vuole dire essere uomini e tornare
ad essere comunità, ricominciare ad aiutarsi, a stare sulla strada e non chiusi
in casa o in ufficio. Essere samaritani, non si possono cambiare le cose stando
sempre seduti”.
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