Camera Deputati | “Basta insistere sulla tutela dei diritti umani”: il governo dice no a verifiche in Libia e Tunisia

Diritti umani | Di seguito il testo dell’ordine del giorno che ho presentato al testo della Legge di Bilancio 2024.

La Camera,

premesso che:

la legge 21 luglio 2016, n. 145, reca «Disposizioni concernenti la partecipazione dell’Italia alle missioni internazionali»; nel disegno di Legge sul bilancio, nell’ambito del Programma Missioni internazionali, si evidenzia il rifinanziamento di 1,5 miliardi di euro nel 2024 (300 milioni nel 2025) del Fondo per il finanziamento della partecipazione dell’Italia alle missioni internazionali, tra cui vi è la Missione bilaterale di assistenza e supporto in Libia – MIASIT e la Missione bilaterale di cooperazione in Tunisia – MIBIL;

nel 2023 la Deliberazione del Consiglio dei ministri in merito alla partecipazione dell’Italia a ulteriori missioni internazionali ha stabilito l’avvio della missione European Union Border Assistance Mission in Libya – EUBAM Lybia, missione europea finalizzata a supportare le autorità libiche nella gestione delle frontiere;

sempre nel 2023 l’Italia ha chiuso un accordo con l’Albania che, sebbene ora si trovi sia al vaglio della Corte costituzionale albanese, prevede la costruzione in Albania di due centri di accoglienza per il trasferimento dei migranti soccorsi da imbarcazioni italiane, i cui costi sono a carico dell’Italia;

sebbene queste missioni si propongano il fine di contrastare le partenze irregolari e il traffico di migranti, favorendo le riammissioni e l’integrazione di rifugiati e migranti nei Paesi di transito sicuri è altrettanto noto, come riportano organizzazioni umanitarie internazionali e organi di stampa, che presso questi Paesi, nei confronti dei migranti, avvengono sistematiche violazioni dei diritti fondamentali dell’uomo,

impegna il Governo:

al fine di assicurare la responsabilità e la trasparenza nell’utilizzo dei fondi destinati alle missioni internazionali e il rispetto dei diritti umani come prioritario nell’implementazione di tali progetti, a garantire che tutti i finanziamenti presso Paesi terzi rispettino:

le convenzioni internazionali e gli standard europei di rispetto dei diritti fondamentali dell’uomo nonché la normativa di rendicontazione e controllo dell’Unione europea in relazione alla tracciabilità dell’utilizzo dei fondi per le finalità per i quali sono stati erogati;

la possibilità di verifica, da parte di organizzazioni umanitarie riconosciute a livello internazionale o nazionale, che deve essere agevolata e sempre garantita dai Paesi destinatari degli accordi per ciascun esercizio annuale, entro il 30 settembre di ogni anno, pena la revoca e la non erogabilità degli stessi fondi per il futuro anche in accordi pluriennali.

Di seguito il video dell’intervento:

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