In occasione della Giornata mondiale dei Giovani del 2025, sono stato intervistato dal Corriere della Sera per raccontare la mia esperienza alla GMG del 2000: insieme ad altri 4 giovani, ho accompagnato Papa Wojtyla attraverso la Porta Santa. Leggi la mia intervista!
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«Il raduno fu una grande invenzione di papa Wojtyla»
Quello del 2000, sempre a Tor Vergata, fu forse il primo raduno dei giovani cattolici così imponente. Ce n’erano stati altri prima, altre Giornate mondiali della gioventù, ma quello rimase per sempre nella memoria collettiva. «Le Gmg furono una grande invenzione di Giovanni Paolo II, che aveva vissuto i raduni nazisti e poi quelli comunisti, ma aveva anche seguito con interesse quelli musicali come Woodstock – racconta Ciani -. Per i ragazzi della mia generazione, che non avevano ancora i social, trovarsi insieme a tanti coetanei di tutto il mondo significò toccare con mano cosa significa la fraternità cristiana. Dopo ho partecipato ad altre quattro GMG, tutte bellissime, ma quella di Roma è stata davvero indimenticabile». Anche per la presenza del Papa e futuro santo: «Mentre attraversavano la porta, gli dissi grazie per aver voluto condividere questo momento con noi giovani. E lui: “Ma anch’io sono giovane, un giovane di 80 anni”. E poi lo ripetè a tutti, citando quel proverbio polacco, “Se stai con i giovani, rimani giovane”».
Quando Giovanni Paolo II definì i giovani «Sentinelle del mattino»
In quella veglia memorabile papa Wojtyla definì i giovani «Sentinelle del mattino», invitandoli a «non rassegnarsi alle ingiustizie del mondo, a difendere la pace, a rendere il mondo sempre più abitabile e a dire “sì” a Cristo come centro del proprio ideale e realizzazione di felicità». E concluse: «Se sarete quello che dovete essere, incendierete il mondo. E questo “chiasso” che state facendo ha colpito Roma e Roma non lo dimenticherà mai». «Fu un messaggio fortissimo per tutti noi – ricorda Ciani – Ci ha cambiato la vita, quella Gmg ha portato a conversioni e vocazioni. Oggi i giovani, nonostante i social, sono molto più soli. Incontrarsi nella fede non può che aiutarli».
Grazie Paolo per la bella testimonianza, comprendo come abbia cambiato la vita a molti. Mio figlio ha partecipato a questo giubileo ed è stata una grande esperienza.